martedì 8 novembre 2011

'A casa è sempe 'a casa.

Nuovo Post.
La frequenza con cui pubblico i miei post sono l' espressione più viva di come io sono. Incostante.
Ho provato nel tempo a correggere questo lato del mio modo di essere. Non ci sono riuscito.
Evidentemente così deve andare. Allora smetto di provare, confermando implicitamente ciò che ho appena affermato.
Solo una cosa è stata una costante nella mia vita, la passione per la cucina.
Credo che da sempre,24 ore al giorno, il mio cervello pensi esclusivamente alla cucina.
I miei discorsi vertono immancabilmente su quello.
Sono convinto che quando un giorno lascerò questo mondo e arriverò nell' altro continuerò a parlare di cucina, sia che mi trovi su una bella nuvola soffice beato come un Papa, sia che mi trovi circondato dalle fiamme dell' inferno.
In quel caso sterminati barbecue e birra a gogo.
Ma la birra ci sarà all' inferno ? Boh !
Fatto sta  che è dall' età di 8 anni che il mio chiodo fisso è la cucina.
La prima cosa che provai a cucinare fu un uovo fritto. Ricordo che versai un goccio d' olio in una  padellina, lasciai cadere dentro un uovo facendo attenzione a che non si rompesse e aspettai.
Il problema era che non sapevo quanto avrei dovuto aspettare, e l' uovo si bruciò. La cosa mi lasciò stupito e mi chiesi : e perchè adesso è successa questa cosa ?
Allora ricominciai da capo e misi su un altro uovo questa volta facendo attenzione ai tempi di cottura.
 Si bruciò meno. E  da allora non ho più smesso di provare.
In verità la mia passione non nasce per opera e virtù dello spirito santo, mi è stata trasmessa dai miei genitori.
Provengo da una famiglia napoletana ortodossa praticante, credo che per cultura e attaccamento al territorio più che napoletana la mia famiglia discenda direttamente dai greci eubei, i primi colonizzatori di quella che sarebbe stata la prima Neapolis, la città di Napoli.
Pare che la Sibilla Cumana abbia dato personalmente la ricetta del Ragù napoletano direttamente nelle mani di una mia antenata.
Ma quelli sono tempi lontani. Quello che invece ricordo è il mercato generale del pesce di Napoli dove mio padre, di domenica presto, mi portava da bambino.
Lì e successivamente nei muri di casa ho imparato a riconoscere nomi , specie, sottospecie e provenienza di tutti i pesci che venivano venduti dai dettaglianti in città.
Sempre nei muri di casa ho imparato a conoscere il cibo, cibo sempre di altissima qualità, cibo che veniva e viene tuttora chiamato con i termini napoletani antichi e riconosciuto solo attraverso questi.
Negli Stati Uniti dove ho visuto qualche anno non mi è successo, ma vi assicuro che fare la spesa dal macellaio in Toscana i primi tempi è stato un problema.
Termini come colarda,annecchia, mascariello,cuccuvizzo e così a seguire sono oggi conosciuti solo nella Napoli che fu.
Io però quei tagli di carni come una tradizione orale ho imparato a chiamarli e riconoscerli in questo modo. Per certi versi mi sento un Kunta Kinte della cucina  napoletana.
In casa dei miei genitori il ragù napoletano viene fatto ancora con quei tagli di carne e sempre con una piccola base di strutto, che come riepete mia madre, dà sapore.
Lo strutto è l' elemento che si ritrova anche in alcuni piatti di pesce che vengono preparati in casa dei miei.
E devo dire, fa la differenza.
Spesso leggo personali testimonianze di come la cucina sia comparsa presto nelle vite degli appassionati.
E sovente mi capita di leggere frasi del tipo : ...quando bambina ero accanto a mia madre ai fornelli...lì la mia passione è cominciata e non ho più smesso..
Credo che a me sia capitato un pò così, anche se devo dire che una tradizione culinaria di tipo ristorativo ha fatto da substrato in casa dei miei genitori. Tradizione che si è tramandata da mia nonna paterna a mio padre, tradizione che esisteva già in casa dei nonni di mia madre per vicende simili.
Sarebbe bello e estremamente impegnativo raccontare la storia della mia famiglia, qualcuno ha provato nel passato a scriverci un libro.
Non  basterebbero gli  Annales di  Tacito per rendere giustizia a 150 anni di vite vissute, caratterizzate da  vicende che definire singolari è estremamente riduttivo, tuttavia sempre gloriosamente.
Per quanto rigurda la passione per la cucina specificatamente devo dire che le cose imparate in casa prima e da autodidatta poi mi hanno permesso di esprimermi non al meglio ancora, ma di prepararmi a questa strada che era scritta nel mio dna.
Devo per questo ringraziare i miei genitori per le nozioni trasmesse.
Queste sono le vere eredità che i genitori dovrebbero lasciare ai figli. 
Devo secondariamente ringraziare me stesso per la costanza mostrata.Questa volta si.
Quelli che seguono sono alcuni momenti della mia ultima discesa casalinga, le mani sono quelle di mia madre.
Lo spirito è quello di casa mia.

Buon appetito.


La Sig.ra Anna sistema il fior di latte di  Sorrento

La signora Anna aggiuge il basilico a  foglia Bollosa  Napoletano

Particolare - Napoli Sec. XXI

La Sig.ra Anna aggiunge "'e mulignane a fungetiello"

Particolare-Napoli Sec. XXI

Cannoli di Pasta Fresca, fiodilatte e mulignane ' a fungetiello.

7 commenti:

  1. Una sola domanda conta.....ma a me...quando mi ci porti?!

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  2. ooooooooooo la stessa domanda che stavo facendo io .. quando mi inviti ?p.s tua mamma mi sta assai simpatica!! e poi abbiamo la passione comune .. io e lei . Bello il post. come sempre.. non vedo l'ora di assaggiare la zuppa di cannelini!! Bacio Papacella

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  3. Vade retro Elisabetta.....pensa a bere!!!!!

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  4. Alla bionda non si può dire di no !
    Ah già, siete tutte e due bionde !

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  5. Ok....non c'è problema....io prendo tuo fratello!!!!
    ..... e togli l'anti spam che è una pizza!!

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  6. Si vede che mi sei affezionata, mi hai mollato in un istante ! Ma che antispam ??

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  7. Cucciolo mi hai costretta, dividerti sarebbe una sofferenza insopportabile!!
    Devi togliere quella parolina di controllo che si deve digitare per commentare i tuoi post, uno si sbaglia sempre nel comporla, sono parole senza senso......elimina tutto dai!

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